Il mio incontro con Jung e la psicogenealogia
Come racconto nella mio libro Jung, Psicogenealogia e Costellazioni familiari, ho scoperto Jung in età adulta leggendo « Ricordi, sogni, riflessioni », la sua autobiografia.
Questa lettura ha cambiato la mia vita spingendomi a seguire degli studi per diventare psicoterapeuta all’ Institut de Psychologie Appliquée (IEPA) di Saint Laurent du Var (Francia) e in seguito a specializzarmi in psicogenealogia a Nizza con una allieva di Anne Ancelin Schützenberger, concludendo i due percorsi con una tesi finale su Jung e la Psicogenealogia.
Durante alcuni seminari di costellazioni familiari e di psicogenealogia ho fatto l’esperienza dell’ esistenza dentro di me di sentimenti e emozioni apparentemente estranei alla mia storia personale. I fenomeni straordinari che si sono prodotti durante queste sessioni mi hanno molto sorpresa e sconcertata e in seguito ho sentito la forte necessità di capirne la natura.
Mi sono domandata da dove venissero queste manifestazioni, queste esigenze inconscie che non avevano apparentemente nessuna relazione con ciò che avevo fino ad allora vissuto.
In occasione dalla preparazione della memoria di fine corso allo IEPA, ho approfondito l’ipotesi di Jung sull’esistenza di un inconscio collettivo e familiare e dunque di una trasmissione transgenerazionale inconscia; oggi penso che la sua teoria risponde in modo convincente alle mie domande.
Questo studio mi permise anche di analizzare in profondità le basi teoriche della psicogenealogia secondo l’approccio di Anne Ancelin Schützenberger.
Anna Ancelin ha sviluppato negli anni '80 questo metodo terapeutico sistemico, familiare, transgenerazionale con delle forti connotazioni psicanalitiche che si manifestano con l’importanza data al processo inconscio.
Secondo questo approccio i traumi, i segreti, i conflitti vissuti in modo drammatico che non sono stati elaborati, condizionano, per trasmissione inconscia tra generazioni, i discendenti che possono diventare portatori di disturbi e malattie come di comportamenti strani e inspiegabili.
La questione della trasmissione psichica inconscia tra le generazioni era stata sottolineata oltre che da Sigmund Freud da molti altri studiosi ma é stato Carl Gustav Jung che per primo ha messo in evidenza questo fenomeno parlando specificamente di trasmissione inconscia transgenerazionale per quanto riguarda gli archetipi nell’inconscio collettivo.
Per Jung esiste un inconscio personale che viene acquisito durante la vita dell’individuo e un inconscio collettivo formato da archetipi, centri di energia costituenti una base comune a tutta l’umanità.
« Si può distinguere prima di tutto l’inconscio personale che racchiude tutte le acquisizioni della vita personale : quello che noi dimentichiamo, che rimuoviamo dalla memoria, percezioni, pensieri e sentimenti subliminali.
A fianco di questi contenuti personali ne esistono altri che non sono stati acquisiti ; provengono dalle possibilità congenite del funzionamento psichico in generale, in particolare dalla struttura ereditata del cervello (…) Io definisco questi contenuti dicendo che sono l’inconscio collettivo. »
C.G. Jung, Types psychologiques, Georg et Cia S.A., Genèvre, 1977
Io credo che la psicogenealogia e il concetto di trasmissione transgenerazionale inconscia possono essere considerati delle elaborazioni delle teorie junghiane di inconscio collettivo, archetipi e sincronicità (di cui parlerò nel prossimo articolo) come ho sviluppato nel mio libro Jung, psicogenealogia e costellazioni familiari, Golem editore, Torino.
Nel suo libro « Ma vie » Jung fa delle affermazioni che lo rendono precursore di tutti gli psicogenealogisti :
« Mentre lavoravo al mio albero genealogico, ho capito la strana comunanza di destino che mi lega ai miei antenati. Ho fortemente il sentimento di essere sotto l’influenza di cose o problemi che furono lasciati incompleti o senza risposta dai miei genitori, dai miei nonni, dai miei bisnonni e dai miei antenati. Mi sembra spesso che ci sia in una famiglia un karma impersonale che si trasmette dai genitori ai figli. Ho sempre pensato che anch’io dovevo rispondere a delle domande che il destino aveva già posto ai miei avi, domande alle quali non si era ancora trovata una risposta, o anche che dovevo risolvere o semplicemente approfondire dei problemi che le epoche anteriori lasciarono in sospeso. La psicoterapia non ha ancora tenuto abbastanza in conto queste circostanze » C.G. Jung, Ma vie, Gallimard, Paris, 1973
Jung era anche un grande erudito; era molto interessato alla psicologia, alla medicina, alla filosofia, ma anche alla storia, alla mitologia come rappresentazione degli archetipi, all’etnologia, allo simbolismo dall’arte, all’alchimia, ecc. Ha molto viaggiato in Africa, in India e in America dove studiò particolarmente i costumi degli indios « Pueblos ».
Ha messo in luce dei concetti psicologici importanti come gli archetipi, la persona, l’anima e l’animus, il Sé, l’inconscio collettivo, che sono un bagaglio comune a tutta l’umanità.
La sua visione dell'uomo è dinamica e si può riassumere in due concetti principali, il divenire e la trasformazione. La sua psicologia analitica non é soltanto uno strumento per la guarigione di patologie psichiche, ma anche una filosofia di vita, uno strumento per sviluppare la propria spiritualità secondo un processo che ha chiamato individuazione.
Diventare se stessi é diventare completamente coscienti del proprio funzionamento, é uno scambio dinamico tra conscio e inconscio dove il conscio deve capire le manifestazioni dell’inconscio e il suo linguaggio per raggiungere la completezza del suo vero Sé.
Anche la psicogenealogia ha come scopo di rendere cosciente ciò che è inconscio: essa permette di mettere in evidenza i traumi familiari passati, le lealtà invisibili che nascondono segreti inconfessabili, i fatti inspiegabili che si manifestano in certi anniversari della vita familiare, ecc, per parlarne e farli uscire dalla loro cripta inconscia generatrice di fantasmi e aiutarci a ritornare liberi di vivere la nostra vita.
« Noi siamo meno liberi di quello che crediamo, ma noi abbiamo la possibilità di conquistare la nostra libertà e di uscire dal destino ripetitivo della nostra storia familiare comprendendo i legami complessi che si sono tessuti nella nostra famiglia. »
A.Ancelin Schützenberger, Sindrome degli antenati, Di Renzo Editore
Anna Ancelin aggiungendo alla teoria sistemica le analisi di Ivan Boszomenyi-Nagy sulle lealtà familiari invisibili, ha fatto una sintesi di tutti gli studi sulla trasmissione familiare transgenerazionale e a partire da questa sintesi ha proposto un approccio sia teorico che pratico
Lei propone di utilizzare a questo scopo il genosociogramma o albero psicogenealogico, che é la rappresentazione grafica della costellazione familiare, dei suoi disturbi, dei suoi drammi, delle sue problematiche, che si ripetono di generazione in generazione in modo compulsivo.
Gli obbiettivi della psicogenealogia sono :
« Parlare della propria vita e mostrare chiaramente la storia della famiglia nucleare e della famiglia di origine, mettendo in evidenza le relazioni tra le diverse persone che la compongono== ;
(…) Situarsi in una prospettiva transgenerazionale e mettersi alla ricerca delle proprie radici e della propria identità ;
Mettere in evidenza i processi di trasmissione transgenerazionale e i fenomeni di ripetizione transgenerazionale(…)
Capire gli effetti dei lutti non risolti, gli effetti dei non detti, capire la situazione di un bambino di sostituzione(…)
Mettere inoltre in evidenza i differenti ruoli familiari e le regole sottointese per capire le modalità transazionali in gioco nella famiglia.
A.Ancelin Schützenberger, op cit
Il genogramma é una rappresentazione grafica dei legami familiari, una sorta di albero genealogico con le informazioni importante su ogni membro della famiglia : un disegno che propone un’ immagine grafica della struttura familiare su più generazioni e che schematizza le grandi tappe del ciclo della vita familiare.
È una rappresentazione iconografica standard che comprende :
I nomi, sopranomi e le età di tutti i membri della famiglia ;
Le date delle nascita, dei matrimoni, delle separazioni, divorzi, morti e altri avvenimenti importanti ;
Indicazioni delle attività, occupazioni, ruoli, luoghi di residenza, malattie, cambiamenti nello sviluppo vitale ;
Informazioni su almeno tre generazioni.
In terapia familiare questo strumento permette ai membri della famiglia di modificare e di precisare la percezione che essi hanno del loro sistema familiare e anche della loro posizione/ruolo in questo sistema.
Il genosociogramma (da genealogia - albero genealogico e sociometria di Moreno inventore dello psicodramma – rappresentazione grafica dei legami affettivi, relazioni) si interessa anche dei legami nascosti, inconsci e deii movimenti emozionali a essi associati.
Il genososciogramma é un genogramma più dettagliato dove vengono anche rappresentati i sentimenti, i legami affettivi dei membri della famiglia tra di loro e con l’esterno.
" Il genosociogramma permette una rappresentazione sociometrica (affettiva) figurata dell’albero genealogico familiare (genogramma) con una messa in evidenza, per le frecce sociometriche, dei differenti tipi di relazione del soggetto in rapporto al suo ambiente e ai differenti legami tra le persone ; della co-presenza, della coabitazione,delle diadi, dei triangoli, delle esclusioni… chi sostituisce chi nella famiglia… le ingiustizie (i conti familiari e sociali), le ripetizioni…Sono talvolta i vuoti, i buchi nella memoria della famiglia che ne dicono di più (come i silenzi sul divano dello psicanalista) su quello che é stato depennato dalla memoria familiare." A.Ancelin Schützenberger
La psicogenealogia considera importanti le coincidenze di date, le sindromi di anniversario (nel periodo di una data simile per giorno e mese di un incidente o della morte di un antenato si ripetono nella famiglia eventi particolari), le lealtà invisibili (Borszomeny-Nagy) che ci obbligano a riprodurre certi scenari familiari e le cripte e i fantasmi psichici che sono tutti dei prodotti dell’inconscio transgenerazionale familiare e collettivo.
Maura Saita Ravizza
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