Presentazione al salone del libro di Torino 2021 del libro Psicogenealogia junghiana. Storie di famiglia
Venerdì 15 ottobre 2021 alle ore 18 sarò al Salone del libro di Torino per l'uscita in anteprima assoluta del mio libro : Psicogenealogia junghiana. Storie di famiglia.
La prefazione di Giancarlo Caselli:
Durante l’incontro psicologico la narrazione da parte del paziente della propria storia di famiglia rappresenta sempre un momento estremamente importante, che ci consente di comprendere l’alveo in cui si sono sviluppate quelle caratteristiche di personalità che il soggetto mette in mostra e che manifesta esplicitamente.
Ma le caratteristiche della famiglia di origine, così come vengono esplicitate, non sempre (anzi direi quasi mai) sono sufficienti a spiegare (o anche solo a comprendere) ciò che osserviamo in modo manifesto.
Jung ci aiuta a comprendere questa discrepanza grazie al concetto di inconscio collettivo.
Proviamo a immaginare (cerco di rendere la spiegazione comprensibile al lettore) l’individuo, ogni individuo, che si trovi ad avere a che fare con una parte ignota di sé (che è il proprio inconscio individuale) che lo condiziona ad avere un certo tipo di reazioni e di comportamenti di cui non riesce a darsi spiegazioni.
Ma lo stesso soggetto è condizionato anche dall’inconscio di tutte le generazioni che lo hanno preceduto e che, in qualche modo, ne determinano la personalità in quanto, come afferma Jung “Mentre l’inconscio personale è formato essenzialmente da contenuti che sono stati un tempo consci, ma poi sono scomparsi dalla coscienza perché dimenticati o rimossi, i contenuti dell’inconscio collettivo non sono mai stati nella coscienza e perciò non sono mai stati acquisiti individualmente, ma devono la loro esistenza esclusivamente all’ereditarietà” (Conferenza tenuta nel 1936 per l’Abernethian Society presso il St. Bartholomew’s Hospital e in seguito inserita nel saggio “Gli archetipi dell’inconscio collettivo”).
Ma se l’inconscio collettivo ci condiziona così pesantemente, è intuitivo pensare che la dimensione più preponderante sia quella che deriva dalle generazioni a noi più vicine e quindi i nostri genitori, i nostri nonni, i nostri bisnonni...
Quindi, la naturale conseguenza è che l’inconscio collettivo che maggiormente ci permea è determinato dai non detti e dai segreti di famiglia che, in quanto ignoti (e inconsci) ci dominano essendo noi, viceversa, in grado di controllare solo ciò che conosciamo.
Possiamo dire che, su questo tema, uno dei grandi contributi di Jung sia stato quello di farci comprendere l’importanza di svelare anche elementi nascosti che non ci appartengono direttamente ma che, proprio perché inconsci, rischiano di minare la nostra felicità perché ogni storia familiare è diversa dall’altra e come sappiamo tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo (Lev Tolstoj).
In questo libro Maura Saita Ravizza ci conduce in un’esplorazione guidata di storie di famiglia attraverso l’analisi di casi diversi atti a far comprendere le dinamiche sottostanti a situazioni che altrimenti par- rebbero incomprensibili.
Lo sviluppo della psicogenealogia e, in particolar modo, della psicogenealogia junghiana, ha portato un grande contributo nel comprendere il ruolo che il passato delle generazioni che ci hanno preceduto ha nel condizionare la nostra esistenza.
Ha inoltre, la psicogenealogia, il grande pregio di usare strumenti semplici, come il “genogramma” che, se usati da esperti, consentono da un punto di vista clinico psicologico di raggiungere risultati entusia- smanti in brevissimo tempo: cosa che un approccio classico più tradi-zionale non riesce a fare.
Inoltre, l’autrice ci propone due elementi in più, non così usuali.
Il primo è l’aver inserito una grandissima quantità di “schede” che consentono al lettore di comprendere con estrema chiarezza ciò che sta leggendo, sia inquadrando da un punto di vista storico molte situazioni, sia andando a chiarire alcuni concetti che altrimenti potrebbero risultare incomprensibili ai non addetti ai lavori.
Il secondo, a dimostrazione della sua grande generosità, è di aver condiviso con il lettore alcuni importanti strumenti di lavoro come le “visualizzazioni guidate” che, solitamente, i terapeuti custodiscono gelosamente.
Credo che Maura Saita Ravizza ci abbia mostrato con molta chiarezza che gli strumenti da lei usati, e io aggiungo, grazie alla sua curiosità, alla sua voglia di conoscere e di darsi pienamente in quello che fa, diano ottimi risultati.
Ogni qualvolta in cui si instaura una relazione tra un professionista della psiche e un paziente avviene una trasformazione (di entrambi) grazie al percorso comune e condiviso. Credo che questo cambiamento sia una delle cose più meravigliose e arricchenti che si possano provare e a conferma di ciò i casi discussi nel libro ci forniscono la prova di quanto sia importante conoscere non solo il proprio passato ma anche quello dei propri antenati.
Giancarlo Caselli