DAL LIBRO JUNG, PSICOGENEALOGIA E COSTELLAZIONI FAMILIARI
Questo libro è nato dalla necessità di chiarire la genesi dei numerosi fenomeni sorprendenti che ho vissuto in questi anni di pratica con la psicogenealogia e le costellazioni familiari.
Come capire la trasmissione transgenerazionale di segreti e traumi di famiglia se non ammettiamo l’esistenza di una memoria inconscia delle storie di famiglia che si trasmette di generazione in generazione e dunque di una parte inconscia e collettiva della nostra psiche?
Come mai le persone hanno dei disturbi, delle difficoltà inspiegabili e quando disegnano il loro genosociogramma si scoprono sempre delle ripetizioni di scenario, di date, di incidenti e di segreti apparentemente dimenticati, ma in relazione con le loro sofferenze?
Dobbiamo sempre imputare al caso se durante il lavoro di psicogenealogia accadono degli eventi particolari, dei lapsus, delle intuizioni, dei fatti inattesi, delle coincidenze che ci aiutano a chiarire proprio la storia familiare di cui ci stiamo occupando?
Come spiegare che durante la pratica delle costellazioni familiari le persone provino emozioni e sensazioni che non sono in nessun rapporto con la loro situazione attuale ma che hanno a che fare con le emozioni e le sensazioni che hanno vissuto i loro antenati o addirittura di altri familiari delle persone di cui la costellazione si occupa? Come è possibile che degli sconosciuti possano recitare con precisione un ruolo di cui non sanno (coscientemente) nulla?
Un altro fatto che mi meraviglia sempre è che quando parlo della trasmissione transgenerazionale dei traumi con qualcuno che non conosce l’argomento, trovo un’adesione immediata.Anche i più scettici, quando dico che alla base della psicogenealogia c’è l’ipotesi che le difficoltà che viviamo nel presente abbiano origine nella storia dei nostri antenati, condividono senza dubbi questa idea. Anzi, spesso la considerano scontata.
Come mai, una cosa sconosciuta come la trasmissione tacita tra generazione ha un riscontro immediato nelle persone anche le più incredule o digiune di conoscenze in questa materia? Da dove gli viene questa certezza?
Come si trasmettono questi contenuti?
Perché durante la pratica delle costellazioni atti inspiegabili, ma in rapporto stretto con la storia che si sta mettendo in scena, accadono? Come fanno i segreti di famiglia a determinare la nostra vita?
La teoria di Jung sull’inconscio collettivo e la sincronicità ci mostrano che la nostra psiche non è composta solo di esperienze personali più o meno rimosse ma anche di contenuti che appartengono all’esperienza di tutta l’umanità.
Secondo questa concezione, nella psiche umana è registrata anche la storia della nostra famiglia, i sentimenti che i nostri precursori hanno vissuto, nonché i traumi e le sofferenze, così come sono registrate nel nostro corpo le caratteristiche fisiche ereditate dai nostri antenati.
Questa memoria familiare fa parte di quello che Jung ha chiamato inconscio collettivo. Ha inoltre allargato il concetto di inconscio parlando di un rapporto tra esso e i fatti che ci accadono: ha chiamato questo fenomeno sincronicità.
Pensare che sia una “magia” è molto suggestivo ma non aiuta le persone ad andare più in là di una comprensione legata alla fatalità. Se continuo a pensare che è qualche cosa “al di fuori di me” che fa succedere gli eventi, non cercherò mai “dentro di me” la strada per modificarli.
Torniamo così all’insegnamento di Jung che propone di portare alla coscienza l’inconscio perché le due istanze si bilancino e, in seguito, chi guida (il conscio) diventi colui che è guidato (dall’inconscio).
In altre parole: l’inconscio collettivo e individuale, motore della nostra crescita secondo questa visione, lo diventi a tutti gli effetti.