PSICOGENEALOGIA 6 - Genogramma o albero psicogenealogico, costellazioni psicogenealogiche

Pubblicato il da Maura Saita Ravizza

Genogramma o genosociogramma

Lo strumento principale utilizzato per l’analisi e comprensione della storia familiare in psicogenealogia è l’albero psicogenealogico o genosociogramma, un albero genealogico commentato nel quale la persona disegna se stessa e i membri della famiglia secondo una simbologia precisa che è quella del genogramma di Murray Bowen.[1]

"Il genogramma è una tecnica di rappresentazione dell'albero di vita familiare (...), basato sulla costruzione di una carta grafica che contiene le principali informazioni sui membri di una famiglia, le loro interrelazioni su almeno tre generazioni."[2]

I simboli usati sono : un cerchio per le donne, un quadrato per gli uomini e un triangolo per gli aborti volontari o spontanei. I simboli si collegano tra di loro in modo diverso se sono figli, coppia, fratelli o genitori. Accanto a ogni simbolo si scrive nome, data e luogo di nascita, di matrimonio, di morte, la professione e un sunto della storia di ogni membro della famiglia per almeno tre generazioni.

Facendo il vostro genosociogramma, vi interrogherete sulle vostre lealtà familiari, aprirete il “libro dei conti” dove sono iscritti i debiti e i meriti, chiarirete il tipo di giustizia – o di ingiustizia - che pratica la vostra famiglia, cioè quali sono i vostri modelli familiari e chi li incarna.”[4]

Il lavoro di psicogenealogia comincia disegnando, nell’albero psicogenealogico, se stessi, i propri fratelli, i genitori, gli zii, i nonni, i bisnonni e tutti i membri della famiglia di cui si conosce la storia.

Per ognuna delle persone della famiglia, rappresentate da un tondo se donne e da un quadrato se uomini, si scrivono i nomi, i lughi di nascita e di residenza (emigrazioni), le date significative (nascita, matrimonio, separazioni, fallimenti, morte, ecc.) e un riassunto degli eventi importanti accaduti a ciascuno di loro. Inoltre si scrivono i tratti del carattere che sono stati constatati o tramandati nella famiglia, gli eventi traumatici vissuti, i legami di affetto particolare o di conflitto con gli altri membri della famiglia. Altra cosa fondamentale che viene segnata sono le ripetizioni di scenari di vita che legano più generazioni: matrimoni infelici, fallimenti, bambini il cui destino è di non nascere, tutte le similitudini che scopriamo esistere che legano le storie degli antenati a quelle dei loro discendenti.

Si espone così, in forma grafica, il romanzo della famiglia: tutte le famiglie hanno una storia appassionante che può essere raccontata quando si capiscono i nessi, le relazioni, il contesto storico, sociale, affettivo, dove i fatti sono accaduti.

Quando sono stati scritti tutti gli elementi conosciuti della storia familiare si possono emettere delle ipotesi su quello che si stà ripetendo che condiziona ancora la vita dei discendenti. A questo punto, quando si profilano delle ipotesi possibili su cosa è accaduto nel passato che non è stato risolto (lutti e traumi non elaborati, esclusioni, ingiustizie fatte, ecc.) che si propone la costellazione psicogenealogica in seduta individuale.


[1] Silvana Mantagano, Alessandra Pazzagli, Il genogramma, FrancoAngeli, 2002, p.

[2] M. Anaut, Soigner la famille, pag.289

[3] A. Ancelin Schützenberger, La sindrome degli antenati, Di Renzo Editore, Roma 2011, p. 23

[4] A. Ancelin Schützenberger, Psychigènèalogie, Payot, 2007, p. 31

[5] M. Saita Ravizza, Psicogenealogia e Costellazioni familiari, Golem Edizioni, 2013, p

Costellazioni Psicogenealogiche

Una volta compreso attraverso l'albero psicogenealogico da dove arrivano i problemi non risolti, i traumi non elaborati, i debiti che arrivano ai discendenti si mette in scena una costellazione psicogenealogica

Le persone scrivono, su dei fogli colorati, il nome di ciascun membro della famiglia che si vuole mettere in costellazione. Poi dispongono i fogli nella superfice scelta per delimitare lo spazio sistemico familiare, nel modo più inconsapevole possibile. Ovvero cercando di mettersi in contatto con la parte inconscia o analogica.

I fogli, rappresentanti i membri della famiglia, posizionati a terra o dove la persona “sentirà” essere giusto che vengano posti, produrranno una “costellazione”: la configurazione risultante potrà mostrare gli esclusi e i destini sovrapposti, la distanza o la vicinanza tra le persone dalla famiglia, ed, eventualmente, avvalorare o smentire le ipotesi fatte nel lavoro di psicogenealogia.

Inoltre, una volta letta con la persona la configuarzione familiare, si fanno degli atti simbolici per “mettere al loro giusto posto” tutti i membri della famiglia. Rintegrare simbolicamente gli esclusi, mettere i genitori al loro posto di ascendenti e i figli nel loro ordine di nascita, rendere il destino di cui ci si è preso il carico, sono i principali atti simbolici che vengono fatti durante la costellazioni, sia in seduta individuale che di gruppo.

La costellazione psicogenealogica in seduta individuale permette inoltre alla persona di posizionarsi sul foglio di un altro membro della famiglia per poter “sentire” cosa poteva provare l’antenato in quella data posizione rispetto al resto del sistema familiare.

Naturalmente questo presuppone l’esistenza di una conoscenza inconscia, di un legame con gli antenati che possiamo chiamare inconscio collettivo di Jung o campo morfico come è stato proposto, in tempi più recenti, dalla scienzato Rupert Scheldrake. Vedi libro: Jung, psicogenealogia e Costellazioni familiari.

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Maura Saita Ravizza

Torino

3409345394

maura.saita@libero.it

 

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